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GIANLUCA CASSESE

&

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MARIANTONIETTA ALAGIA

are getting married on

SATURDAY, SEPTEMBER 14, 2024

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WEDDING LOCATION

CEREMONY

ORE 11:30

Chiesa di San Francesco
Corso Vittorio Emanuele
Senise (PZ)

La costruzione della chiesa risale al XIII secolo, in stile romanico a navata unica. La Chiesa presenta un tetto a due falde con controsoffitto ligneo. Le strutture murarie verticali sono costituite da pietra locale non squadrata. Il soffitto è a cassettoni. L’area presbiterale è separata dall’aula da un arco trionfale a tutto sesto. L’ingresso in chiesa è contraddistinto da un portale in pietra locale a sesto acuto scolpito nella parte estradossale con figure geometriche, floreali, e animali, mentre nella parte sottostante la chiave con due stemmi raffiguranti gli stemmi nobiliari dalle famiglie offerenti.

All’interno della Chiesa di S. Francesco sono conservati un crocifisso ligneo del XIV sec., un coro del XVI sec., un organo del XVII sec., alcune tele del XVIII sec., affreschi del XIV e XV secolo ed un importante polittico del 1523 di frate Simone da Firenze.

RECEPTION

 Casata del lago – Ore 13:00

Contrada Pianizzi
Senise (PZ)

TO VISIT

Il cuore di Senise è un borgo di origine normanna perfettamente conservato. Durante una passeggiata nel centro storico attraverserete vicoletti e case rurali, antiche mura, torri e gradinate, fino a raggiungere il cuore della zona vecchia, il castello. Vi imbatterete anche in importanti palazzi nobiliari, tra cui spiccano quelli del patriota, poeta e avvocato italiano Nicola Sole (originario di Senise) e Palazzo Fortunato, oggi sede dell’interessante Museo Etnografico.

In Basilicata, a circa 50 chilometri di distanza da Matera, Craco si erge su una collina di tenera roccia biancastra. Ti appare in tutta la sua affascinante desolazione tra le aride e degradanti fiancate dei calanchi. Molto ricercato, tra l’altro, negli ultimi anni, come meta turistica, da visitatori italiani e stranieri. Craco vecchia è un paese disabitato, ma davvero suggestivo proprio per tale motivo. Set di moltissimi film italiani ed internazionali, visitando la zona, ti sembra di immergerti in una realtà senza tempo. Siamo, infatti, in un area della Basilicata dimenticata dall’uomo.

Le bellezze naturali di Senise non sono finite, e se non avete voglia di faticare troppo ma volete comunque passare una giornata tranquilla, andate al Lago di Montecotugno, bacino artificiale nato dalla maestosa diga in terra battuta costruita tra il 1970 e il 1982. Non solo è un luogo molto suggestivo, ma è anche una location ideale per attività ittica e canottaggio, per pedalate in bicicletta, per fare birdwatching o semplicemente per una lunga passeggiata nella natura che circonda questo turchino specchio d’acqua.


Su un promontorio che domina il Lago di Montecotugno si trova l’Osservatorio Avifaunistico, un centro di studio e di ricerca per le specie presenti sul posto, tra cui civette, aironi, germani, alzavole, anatre, gallinelle d’acqua, picchi rossi, merli, nibbi reali e cornacchie. Non solo: si tratta anche di un centro di divulgazione culturale, che organizza spesso eventi, laboratori didattici e percorsi studiati per avvicinare l’uomo a una conoscenza più profonda della natura.

Aliano è la terra dei Calanchi.

Luogo di confino di Levi (un anti-fascista, mandato in esilio nel 1935 proprio in questo paese sperduto tra le valli deserte ed abbandonate), a pochi km da Matera, unica nel suo paesaggio e nella sua cultura antica.

Arroccata su un monte di sabbia sorge Aliano, piccola provincia materana dal paesaggio lunare.

La caratteristica di Aliano comune di Matera nel cuore della regione, è che sembra davvero nato su un altro pianeta. Un’acropoli fiabesca, come la descriveva Carlo Levi, unica e preziosa cittadella di Basilicata, lontana da tutto il resto del mondo.

Dai rumori della città, dalla vita convulsa, dagli affanni e i pensieri della civiltà moderna.

Come altri piccoli borghi della Basilicata Aliano è un paesino di circa mille abitanti, con montagne di argilla bianca che avvolgono tutt’intorno, quasi a farci da guida interiore per dimenticare tutto il resto

Siamo nel vero e proprio regno dei pini loricati, forse l’ambiente naturale più bello e affascinate di tutto il Parco del Pollino. Partendo da Colle Impiso si passa per l’ampia conca dei Piani di Pollino per arrivare al “Giardino degli Dei”, un vero giardino naturale con gli esemplari di pino loricato più sontuosi e vetusti del parco, quasi millenari. Peculiarità botanica della zona è infatti la presenza del Pino Loricato, che abita le creste rocciose più alte ed impervie. Di origine balcanica, la presenza sul massiccio del Pollino è legata all’ultima glaciazione, quando un “ponte” di ghiaccio avvicinava le due sponde dell’Adriatico e ne facilitava il passaggio. Il termine “loricato” deriva dalla forma della corteccia a placche irregolari somigliante ad una corazza (detta “lorica”). Al cospetto di questi giganti millenari si avverte forte la sensazione di annullamento del tempo. Prima di raggiungere la vetta isolata e rocciosa, di Serra di Crispo ci fermeremo a salutare i resti di “Zu Peppu” il loricato simbolo del Parco, ucciso nel 1993 da criminali senza scrupoli.

.San Giorgio Lucano, piccolo comune ubicato nella Provincia di Matera, Porta del Parco Nazionale del Pollino, possiede un bene definito nel 2005 dalla Soprintendenza per i beni architettonici di Matera “degno di nota, sia per gli aspetti paesaggistici e ambientali, che storico antropologico, quale testimonianza di una cultura contadina in via di estinzione”. Si tratta delle Grotte, scavate da epoche storiche con delle picconate sulle pareti di arenaria. Su queste grotte, gli abitanti del posto hanno improntato tutta la loro economia; una microeconomia basata sull’allevamento del maiale (nelle grotte più piccole), elemento principe delle dispense domestiche, coi suoi pregiati derivati (salami al finocchio, soppressate sangiorgesi, nuglie, sanguinaccio etc). Nelle Grotte erano e sono peraltro stivate derrate alimentari dell’agricoltura locale, frutta di cultivar antiche bisognose di ammezzimento (le pir’ virnili, pir’pum, caki, cotogne etc) prodotte nell’agro circostante le grotte e il paese stesso. Sono ancor più cantine per il vino. Ogni famiglia aveva una piccola vigna. Il raccolto veniva vinificato nella stessa grotta. Esistono testimonianze di grotte con antichi torchi infissi nella roccia, con le annesse tine di maturazione del mosto. Nelle stesse arenarie in cui si aprono le grotte, veniva prodotto un vino locale, “il vino delle rene”, le cui caratteristiche lo facevano apprezzare nei paesi limitrofi ed era il tipico dono di nozze alla sposa nel classico bottiglione da 13 litri. Tutt’ora la grotta, nonostante si sia purtroppo persa la produzione del “vino delle rene” continua ad essere elemento centrale della comunità. Luogo di incontri e banchetti riservati tradizionalmente e prevalentemente agli uomini, che trovano massima espressione l’8 dicembre in occasione della “Madonn’ i spìnnuà vutt’”. Nell’occasione si beve e banchetta abbondantemente fino a tarda sera. I gruppi cantano in dialetto e giocano alla morra.

OUR TRAVELLING MEMORIES….

present

La vostra presenza è il regalo più gradito.

Se vorrete però aggiungere nuovi fotogrammi al nostro album di vita insieme, ecco il nostro salvadanaio:

IBAN IT81Y0200803483000430131289

Intestato a Gianluca Cassese e Mariantonietta Alagia – Banca Unicredit

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